24/02/10

La CITTA' che VOGLIAMO!


Legambiente, Fare Verde, Unione degli Studenti e Malatesta hanno messo a punto una serie di proposte che saranno portate all'attenzione del Consiglio comunale troppo spesso disattento alle richieste dei cittadini e in particolare dei giovani.
Da anni i ragazzi di Campobasso chiedono ai propri amministratori un "centro di aggregazione". Ora più che mai le associazioni ritengono che sia arrivato il momento di rilanciare questo tema troppo spesso sottovalutato un po' da tutti. "Uno spazio libero, aperto e condiviso può essere una risposta alle decine di studenti che non hanno spazi fdove poter discutere, vedere un film, suonare con la propria band, leggere un libro, sentire un po' di musica e, banalmente, stare insieme . Non è accettabile che l'amministrazione ignori le esigenze dei ragazzi".

Le associazioni intendono aiutare l'amministrazione a risolvere i principlai problemi che riassumono in punti precisi:

-PIANO PER LA MOBILITA' SOSTENIBILE

Troppe auto, la città non è più lo spazio comune dei cittadini, delle relazioni umane, ma è sempre di più un'infrastruttura al servizio dell'automobile: le piazze, i viali, perfino i marciapiedi, sono sottratti alle persone e consegnati alle auto, a danno soprattutto dei soggetti più deboli, come bambini e anziani. Campobasso deve dotarsi di Zone a traffico limitato favorendo l'utilizzo del trasporto pubblico e degli spostamenti non motorizzati (pedonali e ciclabili) tenedo presente che il 44% degli spostamenti urbani in auto sono inferiori ai 5Km. Non è vero che il traffico genera economia, è stato dimostrato l'esatto contrario: nelle ZTL gli esercizi commerciali hanno potenzialmente più clienti tra pedoni e ciclisti che tra gli automobilisti ai quali risulta più difficile trovare parcheggio, pagare il tiket oppure continuare a girare nella città contribuendo all'aumento delle emissioni dannose alla salute.

- RIFIUTI ZERO

La strategia del futuro, che dà posti di lavoro, una nuova economia, meno inquinamento. Verso un 2020 senza rifiuti, solo con materiali a ciclo continuo. Produrre meno rifiuti, ridurre, riutilizzare ciò che ha ancora valore, con i mercatini dell'usato, riciclare materiali, recuperare. Ecco come: accordi con supermarket e centri commerciali per favorire la vendita di prodotti sfusi, il ritiro del vuoto a rendere, i pannolini ecologici per tutti, con più soldi a disposizione dei cittadini. Meno rifiuti, si comincia così. Paghi per quanto produci. Raccolta differenziata porta a porta con tariffa puntuale. Paghi per quanto produci. Più differenzi, meno paghi. Negozi del riciclo. La libertà di poter vendere i propri rifiuti, che tali non sono. Lattine, barattoli, bottiglie, hanno un valore di mercato. Centri del Riciclo. Li pagano i privati, servono a rendere efficiente il riciclo di tutti materiali che i cittadini destinano a raccolta differenziata.TMB. Trattamento meccanico biologico, capace di ridurre sensibilmente il rifiuto indifferenziato ed evitare l'inceneritore, che costerebbe diversi milioni di euro con danni a persone ed ambiente non quantificabile. Compostaggio per restituire al suolo agricolo quanto sottratto, per recuperare energia con la digestione anerobica dell'umido raccolto. Centro Studi Materiali non riciclabili in collaborazione con Università ed imprese del territorio per studiare i materiali ancora non riciclabili/compostabili e sostituirli in 10-15 anni nel ciclo produttivo locale.

- ILLUMINAZIONE PUBBLICA

Il miglioramento dell'efficienza energetica con la sostituzione delle lampade tradizionali con quelle più moderne a LED, consente di risparmiare circa il 50/60 % dell'energia elettrica, i costi di sostituzione delle lampade tradizionali che durano non oltre due anni (quelle a led almeno 12 volte di più), i costi di manutenzione, oltre al risparmio "ecologico" derivante dalle minori emissione di Co2. In più il LED è ad accensione immediata, non ha emissioni elettromagnetiche, non infastidisce la vista e riduce in maniera considerevole l'inquinamento luminoso, essendo facilmente direzionabile nelle sole zone di interesse. Questa tecnologia, come sperimentato da diversi comuni "virtuosi" in diverse zone d'Italia, prevede un investimento recuperabile in circa 10 anni, passati i quali l'amministrazione potrà beneficiare di sostanziosi risparmi, con benefici per l'intera cittadinanza, sia in termini economici che ecologici.

22/02/10

"Il MARE d' INVERNO"_ 2010

Pulire le spiagge anche quando non servono ai bagnanti. Per ricordare a tutti che l’inquinamento dura tutto l’anno.

Le cassette in polistirolo per il pesce, abbandonate in mare dai pescherecci, costituiscono un vero e proprio flagello per le nostre spiagge.

Si è svolta con successo anche in Molise la 18^ edizione dell’iniziativa "IL MARE D'INVERNO" organizzata dal gruppo provinciale di Campobasso di FARE VERDE sul litorale di Campomarino, che ha visto decine di volontari impegnati nella raccolta di rifiuti abbandonati sulla spiaggia.
E’ stato ripulito il tratto a nord di Campomarino lido fino al depuratore, tratto di particolare interesse paesaggistico per la presenza di dune naturali e riccamente popolato di specie volatili.
Stilata anche la ormai consueta classifica dei rifiuti raccolti: vince, per l’ennesima volta e senza grandi sorprese, ancora la plastica in tutte le sue forme: bottiglie e contenitori in particolare, ma anche imballaggi ed oggetti usa e getta di ogni genere; una presenza diabolica per le nostre spiagge invase da tutto ciò che viene abbandonato indiscriminatamente o che il mare restituisce al mittente dopo le mareggiate.
Proprio la presenza massiccia di contenitori in plastica dimostra come, nonostante le emergenze rifiuti che viviamo da diversi anni, ancora nulla, o troppo poco, si sta facendo per limitare la produzione di rifiuti “a monte” attraverso l’introduzione, ad esempio, del vuoto a rendere per le bevande, della diffusione dei detersivi alla spina, della sostituzione dei prodotti “usa e getta” con quelli riutilizzabili (pannolini per bambini, sacchetti per la spesa,ecc..); semplici comportamenti “virtuosi” che, laddove adottati, potrebbero ridurre drasticamente la produzione dei rifiuti e tutte le problematiche inerenti il loro smaltimento, compreso i costi.
Un’altra invadente presenza riscontrata è quella del polistirolo. Oltre alle onnipresenti scatole per esche, è davvero sconcertante la massiccia presenza di cassette per confezionare il pesce, evidentemente “abbandonate” in mare con troppa facilità dagli equipaggi dei pescherecci; un segnale davvero preoccupante che viene proprio da chi il mare lo vive quotidianamente e pertanto ci si aspetterebbe un rispetto sicuramente maggiore, anche in considerazione della consapevolezza dei danni che i rifiuti in mare possono provocare alla fauna marina, come dimostrato dal recente spiaggiamento dei balenotteri nelle vicine coste pugliesi.

All’iniziativa hanno preso parte anche i volontari del Corpo Volontari Protezione Civile di Campomarino, ed una delegazione dell’Associazione Ambiente Basso Molise, oltre a molti cittadini che hanno così avuto l’opportunità di passare una domenica diversa all’insegna del volontariato e della tutela ambientale.
Molte decine i sacchi di rifiuti raccolti dai volontari che hanno così contribuito a restituire decoro e bellezza ad un tratto delle nostre coste che, come la gran parte dei litorali nazionali, lontano dalla stagione balneare appaiono tutt’altro che accoglienti, spesso somiglianti a vere e proprie discariche, in attesa di essere rimessi a nuovo solo con l’approssimarsi dell’estate per essere asserviti allo sfruttamento dei bagnanti.

Campobasso, 21 febbriao 2010

Fare Verde ONLUS - Gruppo locale di Campobasso - Tel. 329.4343334

19/02/10

ASSEMBLEA CITTADINA_La CITTA' che VOGLIAMO!


Venerdì 19 febbraio alle ore 17.30, presso la sala convegno dell’incubatore sociale di via Monsignor Bologna, si terrà un incontro programmatico promosso da Ass.malatesta, Fare Verde, Legambiente, Unione studenti, per stilare alcune proposte da inoltrare all’amministrazione in tema di mobilità sostenibile, risparmio energetico, gestione rifiuti e centri di aggregazione.

Il "MARE d' INVERNO"_DOMENICA 21 Febbraio FARE VERDE vi INVITA in SPIAGGIA!

Domenica 21 febbraio appuntamento sul litorale di Campomarino per la 18^ edizione de "Il Mare d'inverno", il tradizionale appuntamento di Fare Verde per promuovere la cura e la salvaguardia dei litorali.
I volontari si ritroveranno alle ore 10.00 nei pressi del "Mambo bar" (Campomarino nord) per ripulire il tratto di costa che arriva fino al depuratore, ed invitano amministratori, cittadini ed associazioni ad intervenire per contribuire alla valorizzazione della nostra costa.
L’obiettivo dell'iniziativa di volontariato e’ di monitorare lo stato di salute delle spiagge, abbandonate a se stesse nel periodo invernale e "riscoperte" in tutto il loro degrado solo con l’approssimarsi della stagione balneare.
L'operazione "IL MARE D'INVERNO" serve quindi a ricordare che l'inquinamento di mare, spiagge e litorali dura tutto l'anno, anche se ce ne ricordiamo solo quando arriva l'estate e l'ambiente viene asservito agli interessi vacanzieri dei turisti. Spesso l'inquinamento dipende da nostri piccoli gesti quotidiani sicuramente evitabili: le tonnellate di plastica usa e getta disperse nell'ambiente ne sono la più lampante testimonianza.
Le recenti operazioni di pulizia, che hanno coinvolto centinaia di spiagge italiane, segnalano, infatti, l’enorme invadenza della plastica in ogni sua forma: bottiglie, sacchetti, accendini, rasoi, ma soprattutto contenitori di ogni tipo ed imballaggi restituiti al "mittente" dalle mareggiate.
Oggetti che descrivono il lato peggiore della nostra società consumista, irrispettosa dell’ambiente e cieca nella gestione di risorse naturali che, come il petrolio usato per produrre la plastica, sono destinate ad esaurirsi in tempi brevi.
Tutti gli oggetti "usa e getta" invece, durano pochi secondi durante l'utilizzo, ma decine, se non centinaia di anni come rifiuti, sia se conferiti in discarica, sia se dispersi, come spesso accade, nell'ambiente a deturpare i nostri paesaggi. Peggio ancora se inviati all'incenerimento, dove diventano per un terzo ceneri tossiche, per due terzi nano polveri cancerogene sprigionate nell'aria, che ne dica la faziosa e troppo interessata propaganda pro-termovalorizzatori.
Da non sottovalutare poi i danni alla fauna marina derivanti dalla presenza in mare di rifiuti di ogni sorta; il recente spiaggiamento e la conseguente morte di numerosi capodogli proprio a pochi chilometri dalla costa molisana testimonia i devastanti effetti di bottiglie, buste, polistirolo, ecc., che abbondano fluttuando nei nostri mari.
Oltre ai volontari di Fare Verde, alla giornata ecologica prenderanno parte anche quelli del Corpo Volontario di Protezione Civile di Campomarino, mentre l'amministrazione comunale provvederà al ritiro dei rifiuti raccolti; sarà quindi l'occasione per condividere una domenica diversa all'insegna dell'impegno in prima linea a tutela dell'ambiente e, perché no, riscoprire con una salutare passeggiata la bellezza dei nostri litorali e l'eccezionale fascino del Mare d'Inverno.
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Campobasso, 19 febbraio 2010

FARE VERDE Onlus
Associazione di protezione ambientale riconosciuta ai sensi dell’art.13 legge 349/86
Gruppo di Campobasso. Tel.329.43.43.334
http://www.fareverdecampobasso.blogspot.com/
http://www.fareverde.it/
molise@fareverde.it

18/02/10

Un' AREA per BUTTARE CALCINACCI e MATTONELLE. IL CONSIGLIO COMUNALE SPOSA l' IDEA di FARE VERDE

Le recenti operazioni di volontariato effettuate dall’associazione Fare Verde a Campobasso, in particolare la giornata ecologica per ripulire un tratto della pineta della collina Monforte, hanno evidenziato una grave problematica concernente la massiccia presenza di calcinacci e scarti di lavorazioni edili abbandonati indiscriminatamente in tante discariche “improvvisate” ed abusive o, peggio, gettati a valle in boschi e pinete, come nel citato caso della collina Monforte.
Tale fenomeno, oltre a denotare uno scarsissimo senso civico da parte di quei cittadini che si disfanno degli scomodi rifiuti nel peggiore dei modi, solleva anche una serie di riflessioni ed interrogativi.
Ad oggi, nel comune di Campobasso, non esiste per i cittadini, un qualsivoglia punto di raccolta e conferimento di rifiuti inerti e residui da lavorazione edili; tali rifiuti infatti, possono essere conferiti solo presso appositi siti autorizzati, ma soltanto dalle imprese edili accreditate, dietro pagamento di una tariffa.
Tale regola, seppur valida, esclude i comuni cittadini dal poter accedere a tale servizio, peraltro privato, vista la mancanza di analogo servizio pubblico.

E’ opportuno ricordare che i rifiuti inerti sono considerati rifiuti speciali e pertanto necessitano di siti dedicati e non possono essere trattati alla stessa stregua dei normali Rifiuti Solidi Urbani. Un ottimale ed auspicabile ciclo di questo tipo di rifiuti, prevedrebbe il riciclo ed il riutilizzo, come avviene peraltro in molte realtà “virtuose”.

E’ altresì noto ed innegabile che non tutti i cittadini si avvalgono di imprese edili per effettuare lavori domestici; spesso accade che tante lavorazioni vengono effettuate in proprio, secondo il principio dell’economia ed avvalendosi delle capacità manuali proprie o di qualche familiare (es. rifacimento rivestimenti, sostituzione sanitari, tracce, cucine in muratura, ecc…); lavori che, pur non richiedendo necessariamente l’intervento di una impresa edile, danno luogo alla produzione di importanti quantità di rifiuti inerti che risultano successivamente impossibili da smaltire in maniera regolare.
Ne consegue che i calcinacci vengono spesso gettati nei cassonetti, magari “diluiti” un po’ per volta, causando seri problemi ai mezzi compattatori della raccolta, facendo aumentare notevolmente il volume e soprattutto il peso dei rifiuti con conseguente aumento dei costi di sversamento in discarica , cagionando, tra l’altro, un danno ambientale non indifferente.
Ancora peggio se vengono abbandonati nell’ambiente, nei fossi, nelle cunette o lungo i pendii, come purtroppo troppo spesso verificato e facilmente riscontrabile da un attento monitoraggio delle zone limitrofe della città.

Alla luce di quanto esposto ed al fine di arginare il fenomeno illustrato, emerge l’assoluta necessità di regolamentare il sistema di conferimento degli scarti edili, ad oggi di fatto inesistente; Fare Verde chiede pertanto che l’amministrazione comunale predisponga con urgenza tutte le procedure necessarie per realizzare un’area di conferimento a norma per rifiuti inerti, accessibile, oltre alle imprese, anche ai privati cittadini.

FARE VERDE Onlus
Associazione di protezione ambientale riconosciuta ai sensi dell’art.13 legge 349/86
Gruppo di Campobasso. Tel.329.43.43.334
http://www.fareverdecampobasso.blogspot.com/
http://www.fareverde.it/molise@fareverde.it

I PANNOLINI ECOLOGICI LAVABILI


Chi sceglie di usare i pannolini ecologici lavabili, contribuisce alla riduzione di circa una tonnellata di rifiuti, evita l’abbattimento di 10 alberi, riduce lo spreco di risorse ed energia, salvaguarda la salute del proprio pargolo e risparmia un consistente “gruzzoletto”.
Ecco i motivi per passare ai pannolini di stoffa, dicendo NO alla logica dell’usa e getta.
Esistono almeno tre ragioni fondamentali per scegliere i pannolini in materiali riutilizzabili per i propri figli: la tutela dell’ambiente, il risparmio economico e il maggior benessere del bambino.
· La tutela dell'ambiente.
I bambini inconsapevolmente producono circa il 10% del totale dei rifiuti prodotti in Italia, considerando che ogni bambino al compimento del terzo anno ha utilizzato circa 5/6000 pannolini per un peso complessivo di oltre una tonnellata. E’ stato calcolato che ogni giorno vengono gettati nella spazzatura oltre 6 milioni di pannolini che, a causa della loro particolare composizione e del contenuto di residui organici, rappresentano una delle tipologie di rifiuto più difficili da gestire.
I pannolini sono infatti costituiti, oltre che da cellulosa, da plastica e da idrogel (che contengono solventi, metalli pesanti, polimeri, diossine e furani) e inquinano pesantemente l’ambiente già in fase di produzione. Inoltre è un rifiuto che non può essere riciclato e quindi richiede lo smaltimento in discarica (dove impiega oltre 600 anni per decomporsi, non biodegradarsi), dove diventano veicoli per la proliferazione di virus e batteri pericolosi, contribuendo alla contaminazione del suolo e delle falde acquifere.
Se invece finiscono in inceneritore, la combustione dei materiali sintetici di cui sono composti può dare origine alla pericolosa diossina ed altre sostanze nocive.
Notevole anche l’impatto complessivo connesso alla loro produzione: i pannolini usa e getta necessitano, rispetto a quelli in tessuto, di 3 volte e mezzo più energia, una quantità di materie prime non rinnovabili oltre 8 volte maggiore ed addirittura un quantitativo di risorse rinnovabili 90 volte superiore; basti pensare che i pannolini monouso sono composti per circa il 70% da cellulosa, per la cui produzione viene utilizzata polpa di legno. Una recente ricerca ha in proposito evidenziato che per produrre i pannolini necessari per soddisfare un bambino dalla nascita al trentesimo mese sia necessario abbattere oltre 10 alberi di medie dimensioni.
Diversamente, con l’utilizzo di pannolini ecologici lavabili, l’impatto ambientale si riduce drasticamente sino a diventare irrilevante, considerando sia l’impiego di materiali, in gran parte naturali come il cotone, sia il fatto che nulla verrà cestinato. L’unico consumo derivante dalla scelta dei pannolini ecologici è quello relativo ai lavaggi, ma resta di gran lunga inferiore all’energia necessaria per la produzione, il trasporto, la distribuzione e lo smaltimento di quelli usa e getta.

· Il risparmio economico
L’utilizzo di pannolini monouso risulta oggi una delle spese maggiori connesse alla nascita di un bambino.
Basti pensare che, considerando una media di 5/6 cambi al giorno per un periodo di 30 mesi, si
possono spendere fino a 2000 euro in pannolini monouso. Tali cifre sarebbero ancora maggiori nel caso in cui il bambino tardasse a “passare al vasino”.

Da non trascurare anche il costo aggiuntivo dovuto all’uso di creme antiarrossamento e al tempo e al carburante necessario per andare di volta in volta al supermercato ad acquistare le varie confezioni di usa e getta.
Di contro, per l’acquisto di un kit di pannolini lavabili e dei relativi accessori (mutandine, panni supplementari e veli in cellulosa), basta sostenere un investimento compreso tra i 350 e i 600 euro, variabile a seconda dei modelli e della marca scelta. Considerando infine il costo dei lavaggi (in termini di elettricità, acqua e detersivo), si ottiene un risparmio che può tranquillamente superare il 50% della cifra altrimenti spesa in pannolini usa e getta.
Se poi si considera che possono essere riutilizzati per un secondo o terzo figlio, oppure ceduti in famiglia, scambiati o rivenduti, il risparmio può aumentare notevolmente.
Infine, l’utilizzo di pannolini in cotone naturale, evita l’utilizzo di molti prodotti cosmetici, con derivante ulteriore risparmio.

· Il benessere del bambino
Il rivestimento impermeabile dei pannolini comuni non permette in alcun modo un’adeguata traspirazione e causa della formazione all’interno delle condizioni (calore, umidità e mancanza d’aria) ideali per l’insorgere di arrossamenti ed irritazioni sulla delicata pelle del bambino.
A dimostrazione di ciò diversi studi statistici hanno evidenziato un sensibile aumento degli eritemi e delle allergie cutanee tra i bambini che indossano pannolini monouso. Negli USA, ad esempio, negli ultimi 50 anni i casi di arrossamento sono passati dal 7,1% al 61% dei bebé, la maggior parte dei quali indossa gli “usa e getta”.
Una conseguenza ancora più preoccupante è causata dalla temperatura che si sviluppa attorno all’area dei genitali del bambino, che può superare di circa 1°C quella corporea. A tal proposito uno studio dell’Università di Kiel (Germania) ha rilevato che un’esposizione prolungata dello scroto dei maschietti a queste temperature può avere delle conseguenze negative sulla salute e funzionalità dei testicoli, con possibili ripercussioni sulla futura fertilità in età adulta. Nelle femminucce, tali condizioni sarebbero invece la causa del crescente diffondersi di vaginiti croniche in età pediatrica, un disturbo che prima dell’avvento dei pannolini monouso era comune solo nelle donne adulte.
Un altro preoccupante fattore per la salute dei bambini è il particolare mix di sostanze chimiche che vengono abitualmente utilizzate nella fabbricazione degli usa e getta, come sbiancanti, antimuffa, gel superassorbenti, ecc. , sulle quali non esiste ancora alcuna norma che obblighi le aziende produttrici a riportarne la dicitura in etichetta. Solo per citarne alcune tra le più rischiose, il sodio policloridato (un composto che assorbe più di 100 volte il suo peso in acqua) che già fin dal 1985 è stato vietato nella fabbricazione di tamponi femminili perchè sospettato di provocare shock tossici, oppure il Tbt (Tributile di Stagno), una sostanza particolarmente tossica utilizzata come biocida in diversi settori.
La superassorbenza, tra l’altro, oltre ad essere una concausa dell’insorgere degli arrossamenti perché inducono i genitori a cambiare meno spesso il pannolino, limitano anche la sensibilità dei bambini perchè impediscono loro di sentire il fastidio del contatto con la pipì e la sensazione di sporco. Ciò contribuirebbe all’innalzamento dell’età in cui il bimbo riesce a passare al vasino, negli ultimi anni salita in media addirittura a 42 mesi!
Di contro utilizzando i pannolini di stoffa si può star tranquilli perchè a contatto con la pelle del bebè vi sono solo fibre naturali, non trattate, anallergiche, perfettamente traspiranti, che riducono l’insorgere di arrossamenti ed irritazioni e permettono di mantenere una temperatura fisiologica che salvaguarda la salute dei genitali.
Infine, il relativo maggiore ingombro ha un notevole effetto positivo anche dal punto di vista ortopedico perché, facendo tenere le gambine naturalmente divaricate, consente il normale sviluppo delle anche.

Per ulteriori informazioni:
FARE VERDE Onlus – Associazione di protezione ambientale riconosciuta ai sensi dell’art.13 legge 349/86
Gruppo di Campobasso. Tel.329.43.43.334

10/02/10

Fermiamo “caccia no limits” nell’Anno della Biodiversità!

Il Senato della Repubblica, venerdì 28 gennaio 2010, ha approvato tra le proteste generali l’articolo 38 della legge Comunitaria. In gioco, con questo articolo “ingannevole”, ci sono tante cose e tutte molto negative, che la LIPU riassume in poche parole: caccia “no limits”!
L’articolo 38 è anzitutto una beffa all’Europa, che da quattro anni attende invano dall’Italia risposte alle infrazioni commesse. Italia che abusa della caccia in deroga a specie protette; che non prevede alcun divieto di caccia nelle delicatissime fasi di riproduzione e migrazione degli uccelli; che non tutela abbastanza le zone di protezione speciale e gli habitat naturali.
Nessuna di queste risposte all’Europa arriverà, con l’articolo 38.
Ma in compenso, la situazione peggiorerà. Perché questo articolo allungherà la stagione di caccia, cancellando i limiti della stagione venatoria nazionale -oggi contenuta tra il 1° settembre e il 31 gennaio- aprendo così la strada a nuove, illegittime deroghe.
In sostanza, l’Italia sta dicendo all’Europa che risolverà un’infrazione aggiungendone un’altra!
Ma l’articolo 38 è anche un grave e concreto danno alla Natura.
Perché si potrà cacciare ad agosto, con i piccoli uccelli ancora dipendenti dai genitori, o nel delicato mese di febbraio, quando i migratori sono nel pieno del loro viaggio di ritorno verso i luoghi di riproduzione.
Natura già ferita da mille assalti: la distruzione degli habitat, i cambiamenti climatici, l’inquinamento ambientale, lo scempio al territorio e al paesaggio.
Natura che ci chiede ben altro, e cioè rispetto, cura, attenzione, conoscenza.
L’articolo 38 è poi una ferita al diritto, alla chiarezza, alla trasparenza della politica. Perché la sua approvazione al Senato si è consumata tra sotterfugi, trucchi, piccoli inganni, pressioni indebite, cose nascoste o mistificate.

Infine, l’articolo 38 è un raggiro delle persone, degli italiani. Di quell’86% di italiani (sondaggio IPSOS per LIPU etc.) contrari ad ogni allungamento della stagione venatoria.
Lo hanno forse chiesto, agli italiani, se la caccia ad agosto e a febbraio è davvero cosa gradita?
Il 2010 è l’anno internazionale della Biodiversità. Ci sono tante cose da fare: natura da conoscere e proteggere, voli da salutare, boschi e alberi con cui respirare. La Biodiversità: un mondo infinito e meraviglioso.
Cosa c’entrano i fucili e il piombo con tutto ciò?
Presto l’articolo 38 andrà alla Camera.
Fermiamolo, tutti insieme, stai con la LIPU.
Diffondi questo appello

Segui sul sito http://www.lipu.it/ la campagna “Fermiamo caccia selvaggia”
Firma la petizione LIPU su http://www.lipu.it/tu_petizione_cacciaselvaggia.htm
Comunicate la vostra adesione, come singolo individuo o come gruppo, associazione, società , ecc., alla LIPU scrivendo una email a: giovanni.albarella@lipu.it

01/02/10

CERCASI ROMEO!

CIAO A TUTTI,
MI CHIAMO GIULIETTA, SONO DI PICCOLA TAGLIA, TRANQUILLA E AFFETTUOSA. SONO STATA CONDANNATA PER AVER MANGIATO UNA GALLINA IN PREDA AD UNA CRISI DI FAME, PER QUESTO MI HANNO DATO L'ULTIMATUM DI TRASLOCARE IN FRETTA, ALTRIMENTI RISCHIO UNA BRUTTA FINE....
CERCO ASILO POLITICO, VI PREGO ADOTTATEMI!!!
PER CHI FOSSE INTERESSATO, CONTATTARE FARE VERDE AL 329.43.43.334
GRAZIE.